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  precisazioni sui due principi dell'accadere psichico

Viene introdotto il termine di "principio di piacere" (prima era "principio di piacere-dispiacere" o "principio di dispiacere": è tolta la coppia e tolta la definizione in negativo) e quindi viene posto il "principio di realtà". Per Freud "non significa la destituzione del principio di piacere, ma una migliore salvaguardia di esso" in quanto "l' io-piacere non può fare altro che desiderare" mentre "l' io-realtà non ha altro da fare che mirare all'utile". Cioè, con Bernard Shaw "massimo vantaggio" anzichè "minima resistenza". Non più "scariche motorie" ma "atti". Il passaggio al principio di realtà comporta: adattamenti dell'apparato psichico, il fantasticare, la relazione tra quest' ultimo e la "sessualità", l'educazione come incitamento alla realtà.
Di principio di piacere quindi pur sempre si tratta.

"... il lattante - purchè vi si includano le cure materne - realizza pressapoco un tale sistema psichico (principio di piacere)". (vol. VI nota 1 pag.455)

"Vi è una tendenza generale... al principio economico... nella tenacia dell' attaccamento alle fonti di piacere disponibili e nella difficoltà a rinunciarvi." (pag. 456)

"Così come l'io-piacere non può fare altro che desiderare... l'io-realtà non ha altro da fare che mirare all'utile e garantirsi contro ciò che è dannoso... Un piacere, momentaneo e incerto nelle sue conseguenze, viene abbandonato, ma soltanto per conseguirne in avvenire, attraverso la nuova via, uno più sicuro. (pag. 457-458)