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L'acquisizione del fuoco - 1931
In questo breve testo è ricapitolata la leggenda greca del Titano Prometeo che
ruba il fuoco agli dei per darlo agli uomini.
Freud propone la sua ipotesi, e cioè che "la condizione della presa di
potere sul fuoco sia stata la rinuncia al godimento di tono omosessuale
dell'estinguerlo col getto d'urina" (pag. 103). In questa ipotesi è
sostenuto da una osservazione di Erlenmeyer che sulla stessa "Imago"
ricorda una legge mongola che proibisce di orinare su ceneri calde dalle
quali il fuoco potrebbe ancora essere ottenuto.
A suo avviso gli elementi da analizzare sono tre:
1. il metodo di trasporto del fuoco;
2. il carattere di reato che assume;
3. la punizione inflitta.
1. Prometeo trasporta il fuoco in un bastone cavo.
Il bastone cavo rappresenta invece nell'uomo proprio quella canna-pene
che in base al
noto processo di inversione caratterizzante il linguaggio onirico,
contiene il mezzo che quel fuoco potrebbe spegnere ("l'acqua del getto di
orina");
2. Chi potrebbe costituirsi parte lesa? In base all'esperienza analitica, Freud
fornisce qui uno strepitoso aiuto alla comprensione della questione: "la vita pulsionale, l'Es, è il dio truffato
dall'abdicazione all'estinzione del fuoco,... nella leggenda una voglia
umana è commutata in un privilegio divino" (pag. 105);
3. "La trasformazione nel contrario è ancora più radicale... nella
punizione inflitta". La sanzione di Prometeo è l'essere legato a una
roccia con un uccello che quotidianamente gli rode il fegato (che si
ricompone ogni volta).
Il fegato è notoriamente "sede di ogni passione".
Ma se Prometeo aveva consegnato il fuoco all'umanità, e aveva quindi
consegnato con esso l'esigenza di conservarlo esercitando una rinuncia ("pulsionale") "indispensabile per gli intenti della civiltà", di quale passione
punirlo ?
La risposta di Freud è molto semplice e precisa: si tratta di una sanzione,
una sanzione che mostra "senza dissimulazione alcuna il
rancore che l'umanità pulsionale dovette provare contro l'eroe della
civiltà". E' fondamentale cogliere qui tutta l'ironia freudiana (pag. 105).
A questo punto Freud esamina i due simbolismi del
fuoco e del fegato.
- Il fuoco è sempre apparso all'uomo come "qualcosa di analogo alla
passione amorosa" ("fuoco della passione", "lambire delle fiamme" ecc.)
sino al punto che "il tentativo di estinguere il fuoco per mezzo della
propria acqua, significasse un voluttuoso agone con un altro fallo".
Quanto al fuoco nella coppia costituita dall'antitesi fuoco-acqua, Freud aggiunge che
tranne il
bambino (che ragionando su come nascano i bambini pone la teoria che essi possano venire al
mondo grazie alla pipi di papà nel corpo di mamma), tutti sappiamo che un pene in erezione in un momento di
passione non è affatto in grado di orinare e viceversa: si potrebbe
quindi dire
che "l'uomo estingue il proprio fuoco con la propria acqua".
- Il fegato, sede delle passioni, ha analogo significato e quindi "la
consunzione e rinnovamento quotidiani sono una descrizione quanto mai
pertinente del comportamento della voglia amorosa: quotidiana
soddisfazione, quotidiana restaurazione" (un po' come la fenice, "pene
che si ravviva dopo essersi afflosciato"). "All'uccello che si sazia del
fegato toccherebbe così di significare il pene, il che del resto non gli
è inusitato".
"La restaurazione delle voglie libidiche dopo la loro estinzione
dovuta a sazietà,
descrivono cioè l'indistruttibilità di queste voglie; e l'accento cade
giustamente sull'elemento consolatorio, dal momento che il nucleo
storico del mito tratta di una sconfitta della vita pulsionale, di una
rinuncia pulsionale..." (pag. 107): poco produttivo il
tentativo del mito di porre leggi che impediscano di gettare acqua sul fuoco e ovvia la sanzione
dell'uomo mortificato dal "super-eroe" nei desideri della sua propria vita pulsionale.
Freud aggiunge ancora il racconto del mito
dell'Idra di Lerna, incendio libidico di fiamme ricrescenti come le
passioni, infine dominate da Eracle (o Ercole) con l'evirazione della testa-pene
immortale.
Il fatto che Eracle sia poi proprio colui che libera Prometeo uccidendo
l'uccello persecutore, pone due "super-eroi" come l'uno che
vieta l'estinzione del fuoco e l'altro che la liberalizza "contro il
pericolo di minaccioso incendio". |