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"Un bambino viene picchiato"
(Contributo alla conoscenza dell'origine delle perversioni sessuali) - 1919
Si tratta di uno studio sulla genesi del masochismo che costituisce un
contributo importante anche per la comprensione della rimozione.
Si parte da una frase ricorrente in molte sedute: ricordo che "un
bambino viene picchiato".
Queste fantasie sono attribuite con certezza a un "tratto primario di
perversione": "una delle componenti della funzione sessuale ha
presumibilmente precorso le altre... si è fissata, sottraendosi perciò
ai successivi processi..."
La prima nota importante è che si tratta per Freud di fantasie che
risalgono al quinto, sesto anno di vita, ma che, raccontate con
resistenze e vergogna, vengono posticipate all'adolescenza e ricostruite
in ambiti scolastici ed educativi.
Le riflessioni di Freud iniziano dall'analisi di persone di sesso
femminile. E' bene quindi seguire questa suddivisione:
1- Osservazioni sulle fasi di fantasie nel SESSO FEMMINILE
a: "mio padre picchia il bambino da me odiato" (spesso un fratellino,
con una accentuazione sadica).
b: "vengo picchiata da mio padre" (impostazione edipica normale,
passiva) INCONSCIA
c: "il maestro picchia un bambino (io assisto)": frase cui si accompagna
eccitamento sessuale (tendente a soddisfacimento onanistico) CONSCIA.
Rivisitiamole:
a: la frase equivale a "mio padre non ama questo altro bambino, ama
soltanto me (corsivo di Freud)".
Esprime quindi l'amore della bambina per il padre.
b: ma "nessuno di questi innamoramenti incestuosi può sfuggire alla
fatalità della rimozione", o per una delusione, o per la infedeltà della
nascita di un altro fratellino, o "forse soltanto perchè è mancato
l'appagamento troppo a lungo agognato", o perchè queste relazioni
amorose incestuose hanno fatto il loro tempo e devono essere rimosse.
Ed ecco che "mentre si svolge questo processo di rimozione compare un
senso di colpa che, pur essendo anch'esso di origine sconosciuta, è
indubitabilmente connesso con quei desideri incestuosi e legittimato dal
loro perdurare nell'inconscio".
Il senso di colpa attua la punizione del rovesciamento della situazione:
"non è vero che lui ti ama, tanto è vero che ti picchia"!
La fantasia passa da sadica (a) a masochistica (b).
"Mio padre mi ama", mediante la regressione diventa "Mio padre mi
picchia"! Si noti bene che questo essere picchiati è ora "una
combinazione di senso di colpa ed erotismo": "non è soltanto la
punizione per il rapporto genitale (col padre) severamente
proibito (incesto), è anche il sostituto regressivo di esso
(corsivo di Freud)". Da ciò l'eccitamento libidico che gli resterà
"ancorato" e che richiederà atti onanistici.
Nella femmina sono quindi regressione e rimozione a soddisfare un senso
di colpa forse ancora più esigente di quello del maschio.
c: nel terzo passaggio il soggetto picchiante è conservato come sesso
maschile (pur nel passaggio da padre a maestro), ma la forma anche se
sembra tornare sull'aspetto sadico, rimane invece sempre masochistica:
gli "altri" bambini picchiati sono in realtà sempre e solo la propria
persona. La paziente si fantastica uomo, senza per questo perdere
l'atteggiamento masochistico passivo, e si fantastica solo spettatrice
di ciò che accade. 2-
Osservazioni sulle fasi di fantasie nel SESSO MASCHILE
a: ....
b: "vengo amato da mio padre" (passiva e con impostazione edipica
rovesciata: padre oggetto d'amore) INCONSCIA.
c: "vengo picchiato da mia madre" (passiva e masochistica) CONSCIA.
Rivisitiamole:
a: manca nel maschio il primo passaggio sadico.
b: ci si sarebbe aspettati "vengo amato da mia madre" e invece non si
rileva nulla di ciò: il soggetto rimane il padre.
c: persona che picchia e persona picchiata sono di sesso diverso (la
somiglianza con la fantasia originaria intesa in senso genitale è
conservata maggiormente): c'è un netto rifiuto della omosessualità che
salva l'atteggiamento femmineo, passivo, masochistico, ma privandolo di
oggetto omosessuale.
In compenso alla madre è attribuito atteggiamento attivo maschile:
quindi in definitiva riporta a un padre.
In entrambi i casi, per maschio e per femmina,
"siamo autorizzati a supporre che attraverso la rimozione della
fantasia inconscia originaria non si produca un grandissimo mutamento"
mentre attraverso la regressione probabilmente muta "anche la
situazione esistente nell'inconscio", dove per entrambi i sessi non c'è
più "la fantasia (passiva) di essere amati dal padre, ma invece quella
masochistica di essere da lui picchiati".
Il testo contiene due pensieri di Freud che
meritano sicuramente attenzione e quindi una citazione a parte:
I DIRITTI DELL'INFANZIA:
E' all'inizio stesso di questo trattato una bellissima frase in cui
Freud ricorda:
"A rigore... merita la denominazione di psicoanalisi corretta soltanto
quel lavoro analitico che sia riuscito a sopprimere l'amnesia che cela
all'adulto la conoscenza della propria vita infantile fin dal suo inizio
(vale a dire all'incirca dal secondo al quinto anno di vita)... mentre
le impressioni di vita più tarde parlano nell'analisi con voce
abbastanza alta per bocca del paziente, a favore dei diritti
dell'infanzia dev'essere il medico ad alzare la voce."
INIZIO IN DUE TEMPI DELLA VITA SESSUALE UMANA:
"Sull'origine dello stesso complesso edipico e sul destino che all'uomo
è assegnato, probabilmente unico fra tutti gli animali, di dover
cominciare due volte la propria vita sessuale, dapprima, come tutte le
altre creature, nella piccola infanzia e poi da capo, dopo una lunga
interruzione, nell'epoca della pubertà..."
RIGUARDO ALLA OMOSESSUALITA':
In questo testo Freud nega decisamente la teoria della omosessualità
innata basata sull'informazione di una presunta attrazione infantile
(6-8 anni) verso bambini dello stesso sesso.
Infatti in questo testo egli ha appena dimostrato come in realtà tutte
le perversioni risalgano al complesso edipico (che è costituzionalmente
esattamente il contrario della teoria omosessuale, ovvero attrazione per
l'altro sesso): è l'analisi a gettare luce su ciò che sta dietro quella
presunta e falsa "prima impressione patogena". |