bibliografia

freudiana


Gianpietro Sery



 

Alcuni tipi di carattere tratti dal lavoro psicoanalitico - 1916
 

Tre brevi saggi in cui Freud mostra come nella psicoanalisi, trovandosi nel trattamento a fronteggiare diversi tipi di resistenze, si finisce per prendere in considerazione anche parti del carattere dei pazienti.

1- Le eccezioni.

La resistenza "dell'eccezione" possiede questa formulazione: "La vita... mi deve un risarcimento, che io farò in modo di ottenere. Ho perciò diritto di essere una eccezione...", ovvero ho il diritto di sottrarmi a quelle richieste che emergono nel lavoro analitico e che vorrebbero farmi rinunciare momentaneamente alla realizzazione di un qualche piacere.
Quindi, al medico che "si serve di una qualche componente dell'amore", il paziente fa obiezione.

2- Coloro che soccombono al successo.

Si constata che ci sono pazienti che non sono "in grado di sopportare la loro felicità".
Ora, normalmente, non si sopportano invece le frustrazioni.
Freud propone la distinzione tra "frustrazione esterna" (avvenimento negativo nella realtà) e "frustrazione interna" (che va ricercata nell'analisi): quando ci si ammala in conseguenza del successo "significa che la frustrazione interna ha agito da sola...".
Quindi "le forze della coscienza morale che provocano la malattia in conseguenza del successo, anzichè come al solito, con la frustrazione, sono intimamente connesse  con il complesso edipico, con il rapporto col padre e la madre...".
Sembrerebbe che la "frustrazione interna" di cui sopra sia quindi riconducibile ad una "ri-lettura adolescenziale" dell'amore nei confronti della madre o del padre: una ri-lettura che trasforma l'amore in un reato necessitante l'espiazione della colpa e lo trasforma altresì in "frustrazione" (non reale ma nel proprio pensiero) per il fallimento dell' uccisione del rivale e il mancato "rapporto sessuale incestuoso".

3- I delinquenti per senso di colpa.

Ci sono pazienti rispettabilissimi che confessano a Freud "azioni illecite".
Egli constata che "il senso di colpa era preesistente all'atto illecito e non traeva origine da esso".
Ancora una volta Freud si serve di ciò che è ascoltato da dietro il divano: "il risultato costante del lavoro analitico ci diceva che questo oscuro senso di colpa proveniva dal complesso edipico ed era una reazione ai due grandi propositi criminosi di uccidere il padre e avere rapporti sessuali con la madre.".
Lo stesso motivo per cui spesso i bambini "diventano 'cattivi' per provocare la punizione e... dopo essere stati castigati si tranquillizzano e si pacificano.".


Se qualcuno vedesse nelle due ultime osservazioni una riduzione di tutto nel pan-sessualismo freudiano (qualcuno anche negli "addetti ai lavori"), ricordi semplicemente che l'edipo come "complesso" è solo nei pensieri, malati, dei pazienti nevrotici di Freud.
E' l'edipo, ovvero l'amore sano per madre e padre, che qualora diventi (rivisitato nella teoria "adolescenza") un problema (ossia faccenda complessa), crea nel pensiero la teoria che è alla base del senso di colpa: in realtà il fondatore della psicoanalisi è su questo sempre stato chiarissimo.