bibliografia

freudiana


Gianpietro Sery



 

Necrologio di Lou Andreas-Salomé - 1937
 

Il 5 febbraio del 1937, scrive Freud, "è morta serenamente nella sua piccola casa di Göttingen la signora Lou Andreas-Salomé; aveva quasi settantasei anni."
Una donna la cui personalità, a parte il saputo sui suoi rapporti con personaggi illustri, "rimase avvolta nel mistero".

Lou Salomé, il cui nome è di origine ugonotta, nasce nel 1861 a Pietroburgo da famiglia di origine tedesca.
Alla corte imperiale russa, raggiunge un livello elevatissimo di cultura che si accresce ulteriormente in Europa e in particolare a Roma.
Amica di Paul Rée e di Friedrich Nietzsche, amante del poeta Rainer Maria Rilke, ella sposa nel 1887 l'esperto orientalista Friedrich Carl Andreas, che morirà sette anni prima di lei.
Ormai autrice di opere letterarie e traduttrice dei lavori di Ibsen, Lou incontra Freud a Weimar, al Congresso di Psicoanalisi del 1911.
Nel 1912, si trasferisce a Wien per poter frequentare le lezioni di Freud, diventando amica sua e della sua famiglia.
Con la fine della guerra, Lou Salomé, perduto ormai tutto il suo patrimonio in Russia, inizia e porta avanti per venticinque anni, sino alla fine della sua vita, la sua attività di psicoanalista.
Freud, molto legato a Lou, intrattiene con lei una fitta corrispondenza, ne elogia gli scritti di psicoanalisi, e la tratta da amica e confidente nei momenti più difficili.

Nel suo necrologio Freud la ricorda come una "donna straordinaria... di rara modestia e discrezione" che "non parlava mai delle sue stesse creazioni poetiche e letterarie" e che "sapeva bene dove bisogna cercare i veri valori della vita"; una donna che "chiunque l'avvicinasse riceveva un'impressione fortissima dell'autenticità e dell'armonia della sua natura e poteva asserire, non senza stupore, che tutte le debolezze femminili, e forse la maggior parte delle debolezze umane, le erano estranee o erano da lei state superate nel corso dell'esistenza."
"A Wien - continua Freud - si erano svolti un tempo gli episodi più emozionanti del suo destino di donna; e a Wien ella tornò, nel 1912, per essere introdotta allo studio della psicoanalisi."
Lou era rammaricata, come confessò ad Anna Freud, di non avere potuto conoscere prima la psicoanalisi, ovvero negli anni della giovinezza... ma, conclude Freud, "naturalmente a quell'epoca la psicoanalisi non esisteva ancora".