"La casa" per Sigmund Freud

     
 

nota: i links seguenti non risiedono in alcuna forma sul presente sito, cui non appartengono, ma sono solo dei links che ri-indirizzano alla "Topografia" (in inglese) del sito ufficiale del Museo di Freud a Wien e alle pagine web (in inglese) del sito ufficiale del Museo di Freud a London. Si tratta di fondamentali siti freudiani che si desidera, anche in questo modo, fare conoscere e visitare a ciascuno (una volta entrati in un link, e' possibile scorrerlo anche secondo i suoi ipertesti originali)

     
 
 
Dalla biografia di Freud di G. Séry

Nel 1891, la famiglia Freud si trasferisce in Berggasse 19, nel IX distretto comunale di Vienna, dove nasceranno i tre figli più piccoli. La famiglia occupa l'appartamento numero 5. All'inizio, l'ambulatorio è all'interno della abitazione privata, poi, abbandonando un orologiaio il suo laboratorio al piano inferiore, lo cede al dottore che così nel 1896 Freud piò aprire il suo nuovo ambulatorio al piano rialzato, proprio sotto la sua abitazione. Riceverà qui i suoi pazienti fino al 1908. E' in questa casa, negli ultimi anni del secolo, che Freud inizia la sua autoanalisi e si confronta con l'avvenimento della morte di suo padre. Freud ricorda così Berggasse 19: "in una casa di Vienna ho due appartamenti che sono collegati tra loro soltanto da una scala esterna. Al piano rialzato si trovano il mio ambulatorio e il mio studio, al piano superiore i locali d'abitazione. Una volta concluso a tarda ora il mio lavoro salgo le scale per recarmi nella stanza da letto". Nel 1908, Sigmund trasferisce il suo studio di consultazione al numero 6, di fronte all'abitazione privata, abbattendo un muro e occupando tutto il mezzano con un grande appartamento di 400 metri quadrati, ma facendo bene attenzione che vita e lavoro rimangano convenientemente separati. Al numero 6 si trova la sala di attesa dove si riuniscono gli amici di Freud nel "gruppo del mercoledì sera", per gli incontri di lavoro psicoanalitico nati nel 1902. Al numero 6, si trova anche "la collezione" tanto amata da lui. Le finestre danno sul cortile e l'aria è rinfrescata da un grosso albero, un castano: c'è il necessario silenzio per lavorare e studiare. Qui tutto resterà invariato sino alla sua dolorosa partenza per Londra nel 1938.
 

Dalla biografia di Freud di G. Séry

Dieci giorni dopo l'ingresso delle truppe tedesche in Austria, il 21 marzo 1938, scrive a un suo amico: "quattro settimane fa ho subito una delle mie solite operazioni col suo seguito di dolori particolarmente acuti, e così per dodici giorni ho dovuto interrompere il lavoro e sono rimasto disteso, in compagnia dei dolori e della borsa dell'acqua calda sul divano che sarebbe destinato ad altri". Il 15 marzo 1938 alcuni uomini del reparto di assalto del partito nazionalsocialista tedesco fanno irruzione in casa Freud, accontentandosi poi di una somma di denaro. Pochi giorni dopo, il 22 marzo, la gestapo ferma la figlia Anna ed è allora che Freud decide di lasciare Vienna e partire per Londra.  Nel mese di maggio, su iniziativa dello psicoanalista August Aichhorn, che voleva consegnare alla storia i luoghi della nascita della nuova scienza, il fotografo Edmund Engelman si fermò alcuni giorni nella casa di Berggasse a immortalarne stanze, oggetti e persone: le più belle foto della storia freudiana. Quando ne regalò l'album a Freud, poco prima che lui partisse per sempre dalla sua casa, egli lo ringraziò dicendo: "la ringrazio di cuore, sarà molto importante per me".  Il 4 giugno 1938, pagata la Reichsfluchtsteuer (tassa per lasciare il paese imposta agli ebrei) e la Juva (tassa sul patrimonio ebraico), con la sua famiglia sale mestamente sull'espresso per Ostenda per andare ad abitare a Londra, in una casa in affitto"Next address: 39 Elsworthy Road London NW 3 any chance of meeting after so many years ?" scrive Signund quel giorno ("Family letters").  Due giorni dopo scrive a Max Eitingon: "il senso di trionfo della liberazione si mescola troppo con il cordoglio, perchè abbiamo sempre amato la prigione da cui ci hanno lasciato fuggire...".  Il 16 novembre 1938 Freud, ormai trasferito nella sua definitiva abitazione in 20 Maresfield Gardens, scrive al Direttore di "Time and Tide": "... dopo settantotto anni di duro lavoro ho dovuto lasciare la mia patria ho visto dissolvere la società scientifica da me fondata, distrutti i nostri istituti, confiscata la casa editrice dagli invasori, sequestrati o mandati al macero i libri da me pubblicati, i miei figli esclusi dalle loro professioni... mi viene in mente un vecchio proverbio francese  - il rumore è per il fatuo, la pena è per lo sciocco: l'uomo onesto tradito se ne va senza pronunciare parola. - ".

 

 Gianpietro Séry - Genova, luglio 2000 

 

 

1 ottobre 2009