P E N S I E R O:
FACOLTA' DEL SOGGETTO DI ELABORARE LA LEGGE DEL MOTO DEL CORPO E DI AVERNE CURA.

documentazione:
* Pensiero è il nome della facoltà del soggetto, riconoscibile come data, di elaborare la legge del moto del suo corpo e di averne cura.
Il suo lavoro è trovare gli argomenti (inventio) della legge secondo luoghi (topica) della sua invenibilità (invenire, trovare). (PdN,1994,p.72)
* Il pensiero non è la vita interiore: si tratta di due strade diverse. (sem.SPPP,aprile,1996)
* Il pensiero non esiste se non come pensiero di ciascun soggetto. (Giornata Conclusiva, Este, luglio, 1996)
* C'è una difficoltà: la mia incompetenza rispetto al "pensiero dell'essere" ("cose da specialisti, c'è già chi ci pensa per me").
Non c'è nessun pensiero dell'essere se non quello che essere è essere imputabile.
Oppure "l'essere dell'ente": è l'imputabilità (premiale e penale). (Giornata Conclusiva, Este, luglio, 1996)
* Ciò che uno può pensare, lo possono pensare tutti: non esiste l'impensabile. (Giornata Conclusiva, Este, luglio, 1996)
* Non esistono leggi del pensiero: esiste solo il pensiero della legge. Il bambino elabora il principio di piacere senza seguire nessuna legge del pensiero (se non è già malato): è la sua libertà.
Chi è il soggetto della psicologia ? E'il "soggetto psicologico", cioè il soggetto del pensiero della norma del proprio moto, ossia della propria realtà, verso una meta di piacere. Il pensiero è quello che ha "cura" ("studio", "sorge"= un "pensiero con un pizzico di... apprensione") della norma di questa legge: un pensiero pensante, attivo, articolante il proprio guadagno.
* Si distingua tra:
PENSIERO PASSIVO: legge di moto del corpo posta dal più precoce rapporto con l'altro (allattandomi...).
PENSIERO ATTIVO: il pensiero che trova occasione di movimento in:
1- nuovi eccitamenti, per rinnovare e incrementare (ripetizione ma non automatismo) la legge di soddisfazione;
2- difficoltà imposte dall'altro alla soddisfazione: nel caso di menzogna dell'altro il pensiero può risultare inabile (debile) al giudizio (o c'è pensiero o c'è pensiero inabilitato al giudizio);
3- costituirsi di autonoma avversione (fai-da-te) all'eteronomia della soddisfazione e dell'iniziale legge costituita, come accade nell'invidia, nella melanconia, nell'odio (della e senza meta), nella perversione. (PdN,1994,p.51-54)
* Il pensiero è il pensiero di non contraddizione inteso come principio di non obiezione al reale in ogni suo uso e in ogni suo godimento possibile e in ogni conoscibilità di esso.
Il pensiero è amministrazione degli oggetti in ordine a una meta.
L'oggetto non si tratta di pensarlo, ma di amministrarlo e goderlo: il pensiero non ha oggetti perchè l'oggetto del pensiero è la legge che permette di concludere.
E' quando il pensiero ritiene di avere degli oggetti (per esempio la donna) che essi si trasformano in obiezione.
La verginità è pensiero che cura il fine: l'amore è il pensiero vergine di oggetti, non di sesso. (SPPP,1995)
* Proprio del pensiero è che tutto è pensabile, nulla fa obiezione. c'è imputabilità nella volontà di arrestare il pensiero.
Il pensiero non nasce e non muore con il corpo: il pensiero libera il corpo dalla carne e dal sangue e lo trasforma in rapporto, relazione.
Non esistono sviluppo, evoluzione, divenire del pensiero. Il pensiero è maturo sin dall'origine, perchè è giuridico: ha solo perfezionamento.
Il pensiero non ha sviluppo: ha solo storia.
Il corpo è il punto di applicazione della soddisfazione quando il pensiero conclude. (SPPP,gennaio,1996)
* Per ammalarsi occorre il pensiero (occorre la Prima Città) e lo stesso pensiero che permette la patologia, rende possibile la cura. (sem.SC,marzo,1996)
* Se il bambino non pensasse non parlerebbe: il bambino pensa.
Il pensiero inizia compiuto e ha una storia.
Il pensiero è un lavoro per trovare soluzioni, è un lavoro riuscito.
Il pensiero è lavorare economico: rapporto, guadagno, beneficio.
Il pensiero è costruire un universo di possibili benefici.
La crisi del pensiero è crisi di mercato: con conseguenze che vanno fino alla inattingibilità delle risorse.
Il sapere non è il pensare ma è l'esito del pensare.
(Genova, Sem. "La crisi del pensiero nel bambino, nell'adolescenza, nell'adulto", 15 febbraio 1997)
L'"uccisione del padre" è l'uccisione del pensiero elaborante la legge paterna. (Sem.LP,marzo,1997)

 

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